lunedì 25 febbraio 2013

DROGHE SINTETICHE

Mdma, mda, ecstasy, amfetamine, metamfetamine, Ice, Shaboo, Ketamina, ecstasy liquida. I nomi li conosciamo già, ma è la composizione delle nuove droghe sintetiche che, invece, sta mettendo sotto scacco specialisti e forze dell’ordine. Si tratta di un insieme di nuove sostanze  pensate, progettate e sintetizzate in laboratori dell’Est europeo da veri e propri “drugs designers” che puntano a soddisfare le esigenze delle nuove generazioni. Con effetti devastanti.
«Si tratta di una situazione difficile – spiega la direttrice del Sert di via Conca del Naviglio, Paola Sacchi – sia per noi che per le autorità. Questi designers cambiano continuamente la composizione chimica delle nuove droghe, creandone di nuove. Questo da vita a due ordini di problemi: noi medici, non conoscendo le composizioni, a volte ci troviamo a non sapere come intervenire in casi di emergenza; le autorità, non essendo tali droghe inserite negli elenchi delle sostanze vietate, si trovano a dover fare i conti con l’impunità degli spacciatori».
Nella società del “tutto e subito” i commercianti di droga si sono adattati alla personalità dei ragazzi, offrendo loro sostanze pronte all’uso quando necessario. «Produrre droghe “usa e getta” – continua Sacchi – è stata una delle grandi operazioni di marketing messa in atto dagli spacciatori. Quest’uso saltuario di sostanze ha portato i ragazzi a credere che prendersi una pasticca il sabato sera, piuttosto che imbottirsi di metamfetamine in previsione di un esame, non significhi essere tossico. Inoltre, queste nuove droghe sono accessibili e a buon mercato. Il risultato è un pericoloso processo di normalizzazione dell’assunzione di stupefacenti». Tutto ciò ha portato ad un vero stravolgimento della figura del tossicodipendente che non è più percepito come un emarginato sociale o un “alternativo”: tossicodipendente può diventare ed essere chiunque, a qualsiasi fascia sociale appartenga. «Anche questo – continua la dottoressa – è un altro aspetto che rende difficile il nostro lavoro».
I dati sulla città di Milano sono allarmanti. Gli 8mila pazienti in carico all'intero sistema di cura cittadino sono solo una piccola fetta dei 100mila consumatori stimati dall’Istituto Mario Negri che calcola il numero di dosi consumate in base allo studio delle acque reflue urbane. Il numero cresce se si calcola che molte sostanze non sono ancora conosciute o schedate come illegali.
Le nuove droghe soddisfano le esigenze sociali e psicologiche dei giovani, colmano vuoti e assecondano le richieste della società. Lavorare con le nuove generazioni sta diventando sempre più difficile. Per Simonetta Prenot, educatrice del centro di ascolto Emmanuel, «ci ritroviamo di fronte a ragazzi sempre più giovani e senza interessi, abituati ad ottenere tutto e subito. Queste droghe soddisfano proprio questa esigenza e il lavoro di distaccamento dalla dipendenza diventa più difficile. Quando si riporta il paziente ad equilibrio, ci si accorge che si ha di fronte un contenitore vuoto. Negli anni ’90, non era difficile incontrare giovani che, superate queste esperienze, concentravano il loro interesse sulla politica o sul sociale. Oggi non fa presa nemmeno questa leva motivazionale».

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